The evolving role of port authorities can be traced through the architecture of their headquarters. This is the main aim of the volume The Port Office, edited by Patrick Verhoeven, in occasion of the 20th anniversary of ESPO – European Sea Ports Organisation.
First with operational roles related to safety, security and environment, then becoming more developers and promoters of the port estate, seeking to attract business and to integrate ports in wider supply chains, port authorities in our times also act as ‘community managers’, being focal points for inhabitants, local authorities, NGOs and other stakeholders. Functional common changes but also deeply rooted institutional differences in their governance within Europe. Together with port size and market circumstances, these differences are shown in the architectural and artistic qualities of their headquarters. In fact organisational changes often goes hand in hand with change of corporate offices, representing different phases in the life of the company.
Despite the limited selection of port authority offices displayed in the book, it is evident how different these buildings can be, illustrating at the same time, the rich diversity of European seaports. Prestigious city palaces tended to mark the vested power that fitted the historical, all-encompassing role of port authorities, whereas contemporary architecture displays a more functional and business-oriented profile. Other port authorities established themselves in former warehouses or passenger terminals, thus connecting with the industrial heritage of their ports. Whatever period they date from, port authorities headquarters are generally landmark sites in the architectural landscape of port cities. Their interiors quite often boast original design features and remarkable art collections. Furthermore, individual features of port offices also say something about the corporate image and brand of the port authority expressed either as part of a deliberate strategy or unintentionally.
From the analysed samples – Autoritat Portuaria de Balears in Palma de Mallorca, Hotel Olabarri in Bilbao, Junta de Obras del Puerto in Cartagena, Palacete del Embarcadero in Santander, Edificio del Reloj, Varadero and Tinglados in Valencia (Spain), A. Cerpelli & C° naval Factory in La Spezia, Palazzo Rosciano in Livorno and Santa Marta Warehouses 12-13 in Venice (Italy), Gare Maritime in Cannes and Port Lympia in Nice on the French Riviera, Warehouse P Speicherstadt in Hamburg (Germany), Ferry terminal in Køge (Denmark), Vippetangen Shed 38 in Oslo (Norway), Kronvalds Park Ainava in Riga (Latvia), World Port Centre in Rotterdam (The Netherlands), Magasin 2 in Stockholm (Sweden), Harbour House in Belfast and Liffey Dockyard Port Centre in Dublin (Ireland) –southern port authorities seem to have an outspoken preference to have their main office in historical building, either in one that was purpose-built for them a century or so ago, or in a heritage site that was transformed for office purposes. The Hanseatic port of northern Europe show a higher share of modern and contemporary architecture, either in grand or modest design, depending on the size of the port concerned. Port authorities of the Anglo-Saxon tradition seem to hesitate between cultivating tradition and promoting functional needs.
ESPO, set up in 1993 as an independent lobby for seaport interest, started its activities as Community Port Working Group, founded by the European Commission in 1974. Its main field of actions are environmental codes, societal integration of seaports, besides representing the interests of port authorities with European institutions and policy makers. The author of the book, Patrick Verhoeven, led the ESPO’s secretariat from 2000 to 2013, strongly contributing to its consolidation and development. He is now Secretary General of the European Community Shipowners’ Associations as well affiliated with the Universities of Antwerp and Ghent.
The Port Office. The Art and Architecture of European Port Authorities
Una lettura delle evoluzioni nel ruolo delle autorità portuali attraverso l’architettura delle loro sedi istituzionali: questo è l’obiettivo del volume curato da Patrick Vehoeven in occasione dei 20 anni dell’Associazione ESPO – European Sea Port Organisation.
Dapprima funzionali alla sicurezza e all’ambiente nel trasporto di merci e persone, poi promotori dello sviluppo del patrimonio portuale, attraendo nuovi business e integrando i porti con la più ampia catena commerciale, le autorità portuali dei nostri giorni agiscono oggi anche come punto di aggregazione di una comunità composta da abitanti, enti locali, organizzazioni non governative e altri soggetti. Tali trasformazioni funzionali hanno portato all’evoluzione nel ruolo delle autorità portuali che, pur nell’autonomia di gestione, si traducono nella stessa Europa in importanti differenze di gestione, profondamente radicate nella storia e nelle tradizioni locali. Tali differenze, insieme alle diverse dimensioni dei porti e alle variabili del mercato, si esprimono anche nelle caratteristiche architettoniche e artistiche delle loro sedi istituzionali. Infatti, spesso i cambiamenti organizzativi vanno di pari passo con le trasformazioni fisiche delle sedi, che devono esprimere le diverse fasi della vita del porto.
Anche nella limitata selezione dei porti analizzati dal volume, si evince quante possono essere le diversità tra gli edifici delle loro sedi. Prestigiosi palazzi urbani marcano il consolidato potere storico delle autorità portuali, mentre le architetture contemporanee dimostrano un orientamento più attento al business e alla funzionalità. Altre invece si insediano in ex magazzini portuali o terminal passeggeri, valorizzando in questo modo il patrimonio industriale dei propri porti. A qualunque periodo storico essi appartengano, esse sono in genere luogo simbolo nel panorama architettonico delle città portuali. Gli interni vantano molto spesso design di qualità e collezioni d’arte di notevole valore. Inoltre, le caratteristiche specifiche di ciascuna sede istituzionale raccontano anche qualcosa sull’immagine aziendale e sul marchio che le autorità portuali vogliono esprimere, sia in modo causale che come parte di una strategia voluta.
Tra tutti gli esempi presi in esame dal volume – l’Autorità Portuale delle Baleari a Palma de Mallorca, l’Hotel Olabarri a Bilbao, la Junta de Obras del Puerto a Cartagena, il Palacete del Embarcadero a Santander, l’Edificio del Reloj, il Varadero e i Tinglados a Valencia (Spagna), la fabbrica navale A. Cerpelli & C° a La Spezia, Palazzo Rosciano a Livorno e i magazzini 12-13 di Santa a Venezia (Italia), la Stazione Marittima a Cannes e Port Lympia a Nizza sulla costiera francese, i magazzini P Speicherstadt ad Amburgo (Germania), il terminal dei Ferry a Køge (Danimarca), il Vippetangen Shed 38 ad Oslo (Norvegia), il Kronvalds Park Ainava a Riga (Lettonia), il World Port Centre a Rotterdam (Olanda), il Magasin 2 a Stockholm (Svezia), la Harbour House a Belfast e il Liffey Dockyard Port Centre a Dublin (Irlanda) –, le autorità portuali del Sud sembrano mostrare una netta preferenza per insediare le proprie sedi negli edifici storici, sia in quelli costruiti appositamente circa un secolo prima, o in un edificio di valore architettonico trasformato per quello scopo. I porti anseatici del Nord Europa invece mostrano una predilezione per l’architettura moderna e contemporanea, di buon o modesto design, a seconda delle dimensioni del porto. Le autorità portuali di tradizione anglo-sassone sembrano invece oscillare tra la conservazione della tradizione e le esigenze funzionali. Il volume The Port Office racconta quindi la storia delle autorità portuali europee attraverso l’architettura, l’arte e il design, dimostrando così anche la ricca diversità dei porti di mare. ESPO, fondata nel 1993 come lobby indipendente dei porti di mare, trae origine da un gruppo di lavoro portuale avviato nel 1974 dalla Commissione Europea. Il suo campo di azione sono i codici ambientali, l’integrazione dei porti con la società civile, oltre alla difesa degli interessi dei porti marittimi presso le istituzioni europee e i politici. L’autore del libro Patrick Verhoeven, ha diretto ESPO dal 2000 al 2013, avendo contribuito fortemente al suo consolidamento e sviluppo. Oggi occupa il ruolo di Segretario Generale dell’associazione European Community Shipowners oltre a svolgere attività didattica con le università di Anversa e di Gand.