The black and white images of Anna Zemella talk of a coming back, of a re-appropriation and recovery of a space lost to everyday habits. But they also speak of a millennial love story that, at every new season, is renewed, slow and inexorable, or unexpected and rebellious: the essential and primitive link between Venice and the water.
Sometimes friendly, sometimes enemy, water is the breath of Venice, its deepest essence. Mudflads and saltmarshes, sandbanks and canals traced the forma urbis, the shape of the city we know today, nourishing it self of the tide that enters and releasing the superfluous with the tide that comes out.
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Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
But there is a place that more than anyone lives the symbiosis with the natural element, in extreme way, even in spite of it. The Piazza, in capital letters, since there is no need in Venice to specify further. Symbol of Venice, Piazza San Marco – St. Mark’s Square – was the theatre of the political and civil life of the Republic, and the living room of the social life of the city. It has been so for a long time, as meeting place for the Venetians and the place of the self-representation of the city. Today, despite the changing frequencies and the chaotic invasion of colourful and noisy presence, the Piazza has never lost its bond with water. And this is the invitation that Anna Zemella proposes us with her work: to recover a presence that is there even when we can not see it, emerging in patches scattered by stone cobblestones, bathing its banks when the basin waves hit it, speaking a mute language, of silence, in spite of the screams that its sudden appearance arouses.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Water that seems to cover, clean, mute, purify … and that imposes its voice, its deep chanting when crossed by dragging the feet. Return to the Piazza is therefore the account of a new meeting with the physical and monumental space of San Marco, a space that finds its intimacy in the night or in early mornings, when it is empty and exposed in all its complexity and splendour.
“Passing from noise to silence, I rediscovered the Piazza on an emotional journey, stepping between the white lines of its paving, between the histories of its ancient figures, between the stones and the silent shadows. I found the Piazza breathing water: the slow rise of the tide drawn up from the living depths of the lagoon city. I caught it and held it, this precious thing, to keep it from disappearing”.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
The work of Anna Zemella, divided into two sections – Stones and Water and Ancient Figures – therefore offers a journey, which is inner and emotional, even before being physical and literal. A journey through what was reminded and lost, but also through what had never been seen, while looking. Using a precise but evocative black and white, essential but full of shades, the photographer, in the first section, takes us to explore the Piazza from the point of view of the water, bringing in the foreground the lagoon’s transparency on the geometry of the pavement and only mentioning the extraordinary architectures that mirror on it. Pulling away the man to let the stones speak since they have seen more and longer than any memory that can be told.
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Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
In the second section, however, man is the protagonist. A man made of stone, mute and immobile, who has been through this endless going and coming for centuries.
Anna Zemella has given voice and citizenship to the true inhabitants of the square, those mythological figures that adorn the arches of the Procuratorie, overhanging the facade of the Zecca and the Ala Napoleonica, playing hide and seek among the columns of the infinite sequence of the Old and the New Procuratorie. Forms and bodies, corroded and blackened by time, forgotten or never really observed, that have been scrutinizing us for centuries and they are telling us that they were there, there they have always been and will always be, in spite of us. Reassuring and strong figures, real guardians of the Piazza invite us to reflect – and fortunately – the value of the legacy of the heritage we receive and of the duty we have in handing it down to future generations.
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Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
An invitation gathered by We are here Venice and by FAI – Italian Environment Fund, Venice Delegation, which hosted the beautiful black and white images of Anna Zemella at the Olivetti Shop in Piazza San Marco, from November 4, 2016 to January 8, 2017, within the events for the fiftieth anniversary of the “Aqua Granda” of 1966.
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Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)Head Image: Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Ritorno in piazza
Parlano di un ritorno le immagini in bianco e nero di Anna Zemella. Di una riappropriazione e del recupero di uno spazio perduto alle consuetudini quotidiane. Ma parlano anche di una millenaria storia d’amore che, a ogni nuova stagione, si rinnova, lenta ed inesorabile, o inaspettata e ribelle. Un legame essenziale e primitivo quello tra Venezia e l’acqua. A volte amica, a volte nemica, l’acqua è il respiro di Venezia, la sua essenza più profonda. Velme e barene, secche e canali hanno tracciato la forma urbis che conosciamo oggi, nutrendosi della marea che entra e liberandosi del superfluo con la marea che esce.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Ma un luogo più di tutti vive la simbiosi con l’elemento naturale in modo estremo, anche suo malgrado. La Piazza, con la maiuscola, perché non vi è la necessità di specificare oltre. Luogo simbolo di Venezia, Piazza San Marco è stato il teatro della vita politica e civile della Repubblica, e il salotto della vita sociale della città. Lo è stato per molto tempo, quando era il luogo di incontro dei veneziani e il luogo dell’autorappresentazione della città. Oggi, nonostante le mutate frequentazioni e la caotica invasione di presenze colorate e rumorose, la Piazza non ha mai perduto il suo legame con l’acqua. Ed è l’invito che Anna Zemella ci propone con il suo lavoro: recuperare quella presenza che c’è anche quando non si vede, che affiora a macchie sparse dai tombini di pietra, che bagna le sue rive quando le onde del Bacino la colpiscono, che parla un linguaggio muto, di silenzi nonostante gli schiamazzi che il suo apparire repentino suscita.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
L’acqua che sembra tutto coprire, pulire, ammutolire, purificare… e che impone la sua voce, il suo canto profondo quando la si attraversa trascinando i piedi. Ritorno in Piazza è quindi il resoconto di un nuovo incontro con lo spazio fisico e monumentale di San Marco, uno spazio che ritrova la sua intimità la notte o al mattino presto, quando è sgombro e si palesa in tutta la sua complessità e il suo splendore. “Dal rumore al silenzio, l’ho ritrovata in un percorso emozionale, camminando tra le liste bianche della pavimentazione, tra i racconti delle antiche figure, tra le pietre e le ombre silenziose. L’ho ritrovata nel suo respiro d’acqua, al salire lento della marea dalla sua vita profonda di città lagunare. L’ho colta e trattenuta, preziosa, per non farla scomparire”.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Il lavoro di Anna Zemella, suddiviso in due sezioni – L’Acqua e le Pietre e Le Antiche Figure – propone quindi un viaggio, interiore ed emotivo prima ancora che fisico e letterale. Un viaggio attraverso ciò che si ricordava e che si era perduto ma anche attraverso ciò che non si era mai visto, pur guardando. Con un bianco e nero preciso ma suggestivo, essenziale ma pieno di sfumature, nella prima sezione, la fotografa ci fa esplorare la Piazza dal punto di vista dall’acqua, portando in primo piano la trasparenza della laguna sulle geometrie del selciato e accennando appena alle straordinarie architetture che vi si specchiano. Allontanando l’uomo per far parlare le pietre che hanno visto di più e più a lungo di qualunque memoria che si possa raccontare.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Nella seconda sezione invece, l’uomo è protagonista. Ma un uomo di pietra, muto e immobile, che ha assistito nei secoli a questo interminabile andare e venire. Zemella ha ridato voce e cittadinanza ai veri abitanti della Piazza, quelle figure mitologiche che adornano gli archi delle Procuratorie, che sovrastano la facciata della Zecca e dell’ala Napoleonica, che giocano a nascondino tra le colonne dell’infinita sequenza delle Vecchie e delle Nuove Procuratorie. Forme e corpi, corrosi e anneriti dal tempo, dimenticati o mai osservati davvero, che ci scrutano da secoli e ci stanno a dire che loro c’erano, ci sono sempre stati e sempre ci saranno, nonostante noi. Figure rassicuranti e forti, veri guardiani della Piazza che ci invitano a riflettere – e per fortuna! – sul valore della legacy del patrimonio che riceviamo e sul dovere che abbiamo nel tramandarlo a nostra volta alle generazioni future.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Un invito raccolto subito We are here Venice e dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Venezia, che ha ospitato i bellissimi bianco e nero di Anna Zemella nel Negozio Olivetti di Piazza San Marco, dal 4 novembre 2016 all’8 gennaio 2017, in occasione delle manifestazioni per il cinquantenario dell’ ”Aqua Granda” del 1966.
Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)
Head Image: Ritorno in piazza, 2017. (© Anna Zemella)