Rinio Bruttomesso – Lei che è Sindaco di Napoli dal Maggio 2011 può dirci come valuta lo stato attuale della relazione tra la città e il porto?
Luigi De Magistris – La relazione tra la città e il porto, per come la intende quest’amministrazione, è ancora da costruire. La cittadinanza vive ancora il porto come una ‘enclave’ separata, come uno spazio estraneo. Fattore, questo, che impatta negativamente anche sullo sviluppo dell’economia cittadina. Il modello a cui guarda questa amministrazione è quello di città europee come Barcellona: il porto vissuto quotidianamente dai cittadini, aperto e vivo grazie all’osmosi col corpo sociale. La restituzione alla città del porto, inteso come luogo ad essa connesso tutti i giorni, si realizza con la creazione di un vero waterfront, senza più mura di separazione, con il collegamento metro piazza Municipio-porto che si sta completando, con la decisione di pedonalizzare via Caracciolo e con la richiesta al governo di restituzione anche del Molo S. Vincenzo. Proprio per questo non mi vede favorevole la riforma che si ventila, perché non prevede la partecipazione dei sindaci, come sottolineato anche dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). I sindaci devono essere protagonisti: è impensabile sottrarre loro, tacendone la voce, una porzione così strategica della città, una realtà così importante per la comunità urbana.
Rinio Bruttomesso – Quali ritiene siano, a Napoli, i principali ostacoli ma anche le risorse esistenti da utilizzare al fine di sviluppare una relazione equilibrata e duratura tra la città e il porto, come elemento strategico per la crescita economica della città?
Luigi De Magistris – Gli ostacoli maggiori per lo sviluppo del porto sono di ordine ‘politico’ e strutturale-logistico: la sovrapposizione di competenze fra istituzioni ed enti di gestione; l’ancora scarsa coscienza, da parte del ceto imprenditoriale, delle potenzialità economiche rappresentate dallo scalo; il ritardo con cui si procede nella nomina del presidente dell’Autorità portuale, costringendo al protrarsi di un commissariamento che rallenta ogni intervento di ammodernamento e ogni misura di sviluppo, sacrificandolo alla logica del conflitto politico e di poltrone, che vede Ministero e Regione incapaci di trovare un’intesa sul nome. Un nome che deve rispondere a due criteri – quello dell’alto profilo etico e quello della capacità manageriale, dell’esperienza tecnica nel settore. Il Comune ha sempre mantenuto, in questa vicenda, la medesima posizione, avanzando il proprio nome di candidatura, come riconosciuto dalla legge, ma senza porre veti ad altre opzioni, salvo quello del rispetto dei due criteri sopra indicati. Questo tipo di ritardi ‘politici’ hanno determinato una serie di problematiche pratiche e logistiche, come la mancata attuazione del grande progetto ‘POR FERS’ con le gare ancora ferme a fronte dei finanziamenti europei indirizzati (oltre un miliardo di euro); la mancanza di collegamenti con la rete ferroviaria nazionale e con la rete stradale; i fondali che necessitano di un escavo profondo per portarli dagli attuali 13/14 metri ai 17/18 richiesti dal pescaggio delle grandi navi mercantili moderne, che per questi problemi non riescono ad attraccare ai nostri moli; il recupero di grandi spazi necessari al traffico containerizzato da ricavare col tombamento dell’ex darsena petroli. Il Comune interverrà su tali questioni ponendole sia nel Consiglio dell’Autorità portuale che nel confronto con la Regione. Spero che le associazioni armatoriali ci sostengano in questa battaglia.
Rinio Bruttomesso – Tenendo conto dei problemi che gravano sulla sua città, pensa che Napoli sia in grado di ritornare a svolgere un ruolo di primo piano, di tornare a essere una delle principali capitali del Mediterraneo? Se così fosse, quale pensa dovrebbe essere, in questo processo, la funzione del suo porto e dell’intero cluster marittimo della sua città?
Luigi De Magistris – La risposta alla prima parte di questa domanda è un sì deciso e senza esitazioni. Napoli è la capitale del Mezzogiorno. Lo è per la sua storia millenaria e per la sua centralità geografica, storico naturale avamporto del Mediterraneo, non solo sotto il profilo economico-commerciale ma anche geo-politico. Un ruolo che però si è offuscato per quanto riguarda il traffico merci mentre resta centrale per il traffico passeggeri, essendo Napoli il secondo porto al mondo dopo Hong Kong. Un milione e duecentomila crocieristi all’anno e diecimilioni totali di passeggeri vorranno pur dire qualcosa.
Il ‘cluster’ marittimo napoletano è di particolare importanza. Desidero solo ricordare l’elevata componente napoletana nel settore dell’armamento nazionale e del personale marittimo italiano: attività che contribuiscono in maniera sostanziale alla formazione del PIL nazionale.
Di qui la necessità della cooperazione fra istituzioni e parti sociali per la ripresa e lo sviluppo delle attività portuali, perché il porto di Napoli non può essere ridotto ad una dimensione regionale. Abbiamo calcolato che la sola ripresa piena della tradizionale attività cantieristica porterebbe la creazione di migliaia di posti di lavoro. Il porto può essere e deve essere un volano per lo sviluppo per l’indotto turistico-culturale della città.
Rinio Bruttomesso – Parlando del fronte a mare, del waterfront della sua città, quale ritiene possa essere la sua importanza, il suo ruolo, la sua specifica incidenza nel processo della più generale riqualificazione della città? Può indicarci tre concreti obiettivi che la sua amministrazione è impegnata a raggiungere in questo campo dentro il suo primo mandato?
Luigi De Magistris – Come è universalmente noto il waterfront della nostra città, per la magnificenza del panorama dominato dalla mole del Vesuvio da un lato e dalla dolce collina di Posillipo dall’ altro, e con l’orizzonte impreziosito dalla corona delle sue celebri isole è, in assoluto, uno dei più belli al mondo. La nostra scelta è stata quella di pedonalizzare il lungomare che si snoda sul golfo per renderlo fruibile ai cittadini. Vi sono state resistenze forti ma noi restiamo convinti che quei luoghi incantevoli non possano essere usati come un tronco autostradale ma vadano aperti alla città, con un vantaggio economico per il settore della ristorazione e degli alberghi che vi gravita attorno, come per altro richiede la mobilità sostenibile su cui abbiamo deciso di puntare. La misura è per ora parzialmente sospesa a causa del crollo di un edificio sulla riviera di Chiaia: sarà ripristinata appena le condizioni della circolazione lo renderanno possibile. Il waterfront di Napoli, che si estende per 15 km, deve essere veramente tale, perciò la sua pedonalizzazione insieme all’abbattimento delle mura, che idealmente e materialmente lo separano dal corpo cittadino, sono un elemento di fondamentale importanza per la fruizione del porto stesso, come spazio aperto quotidianamente ai cittadini.
Rinio Bruttomesso- Come valuta, tanto nel confronto città/porto-distretto delle attività marittime, come nel processo di riqualificazione del waterfront urbano-portuale, la funzione della partnership pubblico-privata? Ritiene che possa avere un ruolo significativo per sviluppare l’economia della città e per rilanciare l’occupazione, specialmente giovanile?
Luigi De Magistris – In linea generale valuto molto positivamente la possibilità di una partnership pubblico-privata nel campo della promozione delle attività produttive, ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle normative vigenti. Sono convinto che in una società che voglia essere al passo con i tempi non possano esserci obiezioni di principio a tale possibilità. Ritengo senz’altro che una corretta interazione fra pubblica amministrazione ed investitori privati possa dare un’effettiva risposta alla necessità di rilancio della occupazione giovanile. Osservo, tuttavia, che il concetto di partnership implica il rapporto fra due o più soggetti diversi impegnati a raggiungere obiettivi comuni. Purtroppo, al momento, è ancora limitata la dimostrazione di interesse di soggetti privati a collaborare col pubblico. È superfluo aggiungere che auspico la presentazione di manifestazioni di interesse e di investimento da parte di possibili partner privati. Se dovessero pervenire proposte in tal senso, garantisco che il Sindaco e la Giunta le valuteranno col massimo interesse, dato che lo sviluppo dell’occupazione giovanile è e deve essere l’impegno fondamentale della nostra comunità.
Head Image: Un’immagine panoramica della città di Napoli vista da Castel Sant’Elmo.