“Who would travel on the sea to never report anything and for the pleasure of seeing, without ever having the hope of communicating it to others?”
Blaise Pascal, 1669.
Ships have been part of human history since ancient times. Boats of all kinds have faced the sea, transporting people and ideas around the world, giving men, women and entire nations an opportunity or, at least, a hope for freedom or work: a different life. Many ships, however, do not arrive at their destination, shipwreck, sink, or end up being demolished or sold and that experience remains nothing but in the words of the crews who sailed and ‘lived’ them.
“For many sailors, keeping a diary or a sketchbook was not just a practice of navigation – to determine where they were and where they were going – but also a way to emotionally place themself in an upside down world” – says Huw Lewis-Jones in the preface of his book “The Sea Journal. Seafarer’s Sketchbooks”, gathering a rich selection of testimonies, notes and sketches of sailors over the centuries. The sea journal hide wonders and the volume explores collections coming from all over the world to bring to light a treasure trove of maritime art. A research work that was itself a continuous exploration among private collections, libraries, dusty attics and sometimes documents abandoned by the generations that inherited them.
Keeping a sea journal meant fighting loneliness, fear, frustration but also maintaining a constant observation attitude and the recording of registered data translated into the possibility of sharing information, once returned safely home. In fact, being an explorer means traveling to the frontier of knowledge, being an active part of the discovery process. The term “adventure” is often used in sea journals to be understood in its original meaning deriving from the Latin “ad ventura” or something “that is about to happen”.
All the stories and sketches collected in this volume have survived long journeys and are evidence of great explorations but also of intimate personal stories, of risks and dangers, of challenges and extraordinary emotions that travelling by sea has given to the sailors of all ages. Through the pages of the book you have the opportunity to retrace the memorable lives of the most famous navigators – from Vasco da Gama to Francis Drake to Antonio Pigafetta, from Horatio Nelson to William Blight of the Bounty, to Frank Hurley of the Endurance – but also of sailors, traders and adventurers, painters and scientists caught at the moment they cast their first glance beyond the edges of the known world.
Among the testimonies collected, often written at night, in the light of a candle, with adverse sea conditions or after a day of exhausting navigation, there are those of the few women who faced the sea over the centuries: from Jeanne Baret (1740-1807) embarked in male clothes, following his man, the botanist Philibert Commerson, towards Tahiti, then circumnavigating the globe, first woman in the world; to Rose de Freycinet (1794-1832) who, with the same trick, embarked on the Uranie in 1817 following her husband on a scientific voyage from Toulon to the Pacific, Australia and back. From Else Bostelmann (1882-1961), illustrator and artist, enrolled in research expeditions to describe, immersed in the bottom of the sea, on a zinc table with a steel tip, the marine species of the abyss; to Annie Brassey’s report (1839-1887), traveling around the world with her family, published posthumously with the title “A voyage in the ‘Sunbeam. Our home on the Ocean for eleven months” in 1881; or to Gloria Hollister (1900-1988), the experienced naturalist and ichthyologist who participated in several expeditions in the ‘30s, descending deeply with the bathysphere, the spherical submarine, lowered into the ocean with a cable, and used in a series of diving off the coast of Bermuda.
In addition to the author, the English historian Huw Lewis-Jones (University of Cambridge), writer and curator of art, himself protagonist of several expeditions in Arctic ice, in Antarctica and in the Pacific, the volume is enriched by the contributions of Peter ‘Spider’ Anderson, Arved Fuchs, Kari Herbert, Sir Robin Knox-Johnston, Philip Marsden, Rodney Russ, Roz Savage and Don Walsh.
Authors Biography
Huw Lewis-Jones
A PhD in history from the University of Cambridge, Huw Lewis-Jones lives in Cornwall. He was an art curator at the Scott Polar Research Institute in Cambridge and the National Maritime Museum in London, and today he is a recognized writer, published in 15 languages. Whenever possible, Huw spends a lot of time sailing on small boats in Antarctica and the Pacific.
I giornali di bordo. L’arte di raccontare i viaggi per mare
“Chi viaggerebbe sul mare per non riferirne mai nulla e per il solo piacere di vedere, senza aver mai la speranza di comunicarlo ad altri?”
Blaise Pascal, 1669.
Le navi fanno parte della storia dell’uomo dai tempi antichi. Imbarcazioni di ogni genere hanno affrontato il mare, trasportando genti e idee intorno al mondo, dando a uomini, donne e intere nazioni un’opportunità o, almeno, una speranza di libertà, di lavoro, una vita. Molte navi però non arrivano a destinazione, naufragano, affondano, o finiscono per essere demolite o vendute e di quell’esperienza non resta nulla se non nelle parole degli equipaggi che vi hanno navigato e che le hanno ‘abitate’.
“Per molti marinai, tenere un diario o un giornale di bordo non era soltanto una pratica di navigazione – per determinare dove ci si trovava e dove si stava andando – ma anche un modo per collocarsi emotivamente all’interno di un mondo capovolto” – dice Huw Lewis-Jones nella prefazione del suo volume “I giornali di bordo. L’arte di raccontare i viaggi per mare”, che raccoglie una ricchissima selezione di testimonianze, di annotazioni e schizzi dei marinai nei secoli. I giornali di bordo nascondono meraviglie e il volume esplora le collezioni di tutto il mondo per portare alla luce un tesoro d’arte marittima. Un lavoro di ricerca che è stato esso stesso un’esplorazione continua tra collezioni private, biblioteche, soffitte polverose, a volte facendo anche riemergere manoscritti caduti nell’abbandono delle generazioni che li hanno ereditati.
Tenere un giornale di bordo significava combattere la solitudine, la paura, la frustrazione ma anche mantenere un atteggiamento di osservazione costante e la registrazione dei dati raccolti si traduceva nella possibilità di condividere le informazioni, una volta rientrati sani e salvi a casa. Essere un esploratore significa infatti viaggiare alla frontiera della conoscenza, essere parte attiva del processo di scoperta. Ricorre spesso nei diari di bordo il termine “avventura” da intendere nel suo significato originario derivante dal latino ad ventura ovvero qualcosa “che sta per succedere”.
Tutti i racconti e gli schizzi riuniti in questo volume sono sopravvissuti a lunghi viaggi e sono testimonianze di grandi esplorazioni ma anche di intime storie personali, di rischi e di pericoli, di coraggio e di emozioni straordinarie che il navigare per mare ha regalato ai marinai di tutte le epoche. Attraverso le pagine del libro si ha l’opportunità di ripercorrere le memorabili vite dei navigatori più famosi – da Vasco da Gama a Francis Drake ad Antonio Pigafetta, da Horatio Nelson a William Blight del Bounty, a Frank Hurley dell’Endurance – ma anche di marinai, commercianti e avventurieri, pittori e scienziati nel momento in cui gettavano il primo sguardo oltre i confini del mondo conosciuto.
Tra le testimonianze raccolte, spesso scritte di notte, alla luce di una candela, con condizioni di mare avverse o dopo un giorno di estenuante navigazione, non mancano quelle delle poche donne che affrontarono il mare nei secoli: da Jeanne Baret (1740-1807) imbarcata in abiti maschili, a seguito del suo uomo, il botanico Philibert Commerson, verso Tahiti facendo poi la circumnavigazione del globo, prima donna al mondo; a Rose de Freycinet (1794-1832) che, con il medesimo sotterfugio, si imbarca nel 1817 sull’Uranie a seguito del marito in una spedizione scientifica da Tolone verso il Pacifico, l’Australia e ritorno. Da Else Bostelmann (1882-1961), illustratrice e artista, arruolata nelle spedizioni scientifiche per riportare, immersa nel fondo del mare, su una tavola di zinco, con una punta di acciaio, le specie marine degli abissi; al resoconto di Annie Brassey (1839-1887), in viaggio intorno al mondo con la famiglia, pubblicato postumo con il titolo “A voyage in the ‘Sunbeam’. Our home on the Ocean for eleven months” nel 1881; o a Gloria Hollister (1900-1988), la naturalista e ittiologa d’esperienza che partecipò negli anni Trenta a diverse spedizioni, scendendo in profondità con la batisfera, il sommergibile sferico calato nell’oceano con un cavo in una serie di immersioni al largo della costa delle Bermuda.
Il volume, oltre all’autore, lo storico inglese Huw Lewis-Jones (Università di Cambridge), scrittore e curatore d’arte, protagonista egli stesso di diverse spedizioni nel ghiaccio artico, in Antartide e nel Pacifico, è arricchito dai contributi di Peter ‘Spider’ Anderson, Arved Fuchs, Kari Herbert, Sir Robin Knox-Johnston, Philip Marsden, Rodney Russ, Roz Savage e Don Walsh.
Biografia dell’Autore (in italiano)
Huw Lewis-Jones
Dottore di ricerca in Storia all’Università di Cambridge, Huw Lewis-Jones vive in Cornovaglia. È stato curatore d’arte allo Scott Polar Research Institute di Cambridge e al National Maritime Museum di Londra, e oggi è scrittore riconosciuto, pubblicato in 15 lingue. Ogni volta che gli è possibile, Huw trascorre molto tempo navigando su piccole imbarcazioni in Antartide e nel Pacifico.