Il futuro delle città dello shipping: prospettive marittime per le sfide urbane nelle città portuali

18 Maggio, 2019

Il Focus di questo numero di PORTUS ospita una serie di contributi che sono frutto del convegno internazionale “The Future of Shipping Cities. Maritime Perspectives for Urban Challenges in Port Cities”, tenutosi il 26 settembre 2018 nell’ambito della terza edizione della Naples Shipping Week.

Il convegno – Il percorso di ricerca – L’approccio metodologico –

La ricchezza dei contributi – Il Nodo Avanzato

Il convegno

Il convegno è stato organizzato dall’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e da RETE – Associazione Internazionale per la Collaborazione tra Porti e Città, con la collaborazione di numerosi partner.

L’iniziativa ha coinvolto, in modo ampio e trasversale, i vari soggetti interessati alle trasformazioni delle regioni costiere e delle città portuali: studiosi, professionisti, attori privati e rappresentanti istituzionali.

Si è riflettuto sul potenziale ruolo che le città portuali possono svolgere per la ripresa del Paese se le comunità che le abitano saranno capaci di seguire nuovi modelli di sviluppo sostenibile basati sull’integrazione mare-terra e sull’identità marittima.

Si è parlato di Genova, tragicamente colpita dal crollo del viadotto Polcevera ma pronta a reagire con il contributo del porto e del cluster marittimo. Napoli è stata oggetto di approfondimenti da diverse prospettive che ne hanno evidenziato le criticità e le potenzialità.

Dal confronto è emerso che i porti possono essere motori di sviluppo sostenibile dei territori se le comunità saranno capaci di rifunzionalizzare le proprie attività e funzioni urbane in una logica di economia circolare. Nuovi modelli di governance collaborativa saranno necessari per costruire ecosistemi porto-città-territorio che coniughino la crescita economica e la qualità dell’ambiente costruito nelle città di mare e nelle regioni urbane costiere.

La prima parte del convegno si è tenuta al polo umanistico di Napoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche ed ha avuto una caratterizzazione prevalentemente scientifica (enti di ricerca e università). Le sessioni hanno approfondito le tematiche della storia marittima e urbana nelle città portuali, del ruolo della comunità nella rigenerazione dei waterfront, dell’apporto dell’economia circolare in ambito urbano e portuale e, infine, dei piani e progetti per i waterfront urbani e portuali.

Nel pomeriggio il convegno si è spostato all’Associazione Costruttori Edili di Napoli e ha assunto un carattere operativo grazie al confronto con le associazioni, i soggetti privati, i professionisti del settore e i rappresentanti delle istituzioni (Regione Campania, Comune di Napoli, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale).

I principali relatori del convegno sono stati invitati a scrivere degli articoli di approfondimento che sono pubblicati in questa speciale sezione Focus di PORTUS, magazine on line di RETE. Questo articolo vuole fornire un quadro generale e offrire la chiave interpretativa per comprendere e finalizzare meglio questa selezione di contributi e di seguito sviluppati.

L’approccio metodologico e il percorso di ricerca-azione

La proposta metodologica pone come oggetto, dell’analisi e del progetto, l’ecosistema mare-porto-città-regione considerato nella sua inscindibile complessità ambientale, sociale ed economica. L’ecosistema mare-terra è considerato “dal mare” e, cioè, attraverso il filtro della dimensione marittima che apre nuove prospettive di conoscenza, di visione strategica e di elaborazione propositiva.

Le navi, in questa visione, non sono elementi altri dal contesto ma parte integrante dell’ecosistema mare-porto-città-regione nonché strumenti di connessione materiale e immateriale, attraverso le rotte marittime, con altri ecosistemi mare-porto-città-regione.

Per questo, piuttosto che parlare del futuro delle città portuali, si preferisce la dimensione dello shipping inteso come sistema costituito dalle navi e dalla navigazione, dai porti e dalle altre infrastrutture di trasporto marino e terrestre, dalla logistica e dalla produzione industriale, dall’interazione del cluster marittimo con il resto della comunità urbana.

Guardando al futuro, il governo delle trasformazioni delle città dello shipping non può essere affidato agli strumenti urbanistici tradizionali, nella consapevolezza della complessità e della rilevanza ai fini dei processi di crescita competitiva e sviluppo sostenibile dei territori non solo costieri.

Il convegno è stato organizzato in questo contesto e nell’ambito del pluriennale percorso di ricerca-azione [1] [2] [3] [4] del gruppo coordinato da chi scrive all’interno del CNR nell’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Dipartimento di Studi Umanistici e Dipartimento di Architettura), l’Associazione Nazionali Ingegneri e Architetti Italiani (ANIAI) Campania e il Propeller Club Port of Naples a cui si sono aggiunti, nel corso degli anni, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, l’Associazione Costruttori Edili Napoli e, come si dirà più avanti, RETE con l’attivazione del Nodo Avanzato.

Una prima fase della ricerca, dedicata alla messa a punto e sperimentazione di un diverso approccio alle città di mare, si è concluso con la pubblicazione del volume “Città dal mare. L’arte di navigare e l’arte di costruire le città” nel 2011 [5].

Dodici città di mare, nessuna in Italia, sono state scelte facendo riferimento alla loro collocazione geografica marittima (Mar Mediterraneo, Mari del Nord Europa, ecc.) e sono state studiate secondo una metodologia che privilegia l’identità marittima e la prospettiva “dal mare”.

Negli anni successivi, con la volontà di relazionarsi al territorio di appartenenza, si è avviato il percorso di ricerca-azione su Napoli, il suo golfo e la costa metropolitana che sono stati oggetto di studi, pubblicazioni [6], convegni, corsi di alta formazione, sperimentazioni progettuali.

Nel 2014, una prima partecipazione alla “Naples Shipping Week” e la prima edizione del workshop “Cities from the Sea” hanno sancito l’inizio di una proficua collaborazione che è tuttora in corso con il cluster marittimo nelle sue varie articolazioni (Marina Militare, Autorità Portuali, Propeller Clubs, ecc.) e, naturalmente, con i soggetti tradizionalmente coinvolti nei processi di trasformazione dei territori costieri e non (Comuni, Regione, ecc.). Inoltre, si sono sviluppate forti interazioni con il variegato mondo associativo delle imprese, delle professioni e del terzo settore.

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Il convegno The Future of Shipping Cities Maritime Perspective for Urban Challenges in Port Cities.

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La sfida delle banchine senza navi e dei magazzini vuoti: quale equilibrio tra rivitalizzazione marittima e rigenerazione  dei waterfront? (Trieste, Italia).

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Evento al Molo San Vincenzo nel porto di Napoli nell’ambito del processo collaborativo di rigenerazione urbana promosso dalla rete di centri di ricerca, università, associazioni (Napoli, Italia).

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La sfida della riqualificazione delle area dismesse costiere. Tramonta il sole a Bagnoli: quando vedremo l’alba? (Napoli, Italia).

La ricchezza dei contributi

L’intensa giornata di lavoro del 26 settembre ha offerto molteplici spunti di riflessione che sono stati metabolizzati nell’arco di alcuni mesi per poi essere rielaborati e proposti in questa sede.

Si sottolinea, in primo luogo, la varietà geografica dei casi studio che sono stati illustrati allora e riproposti adesso, dal Mediterraneo ai Mari del Nord Europa: Napoli, Genova, Venezia, Livorno, Barcellona, Palma de Mallorca, Amsterdam, ecc.

Altro punto importante è nella varietà degli attori coinvolti che va dai diversi cluster produttivi, in primis shipping e costruzioni, al mondo delle professioni, dall’accademia, con i centri di ricerca e le università, alle associazioni.

Da tutti gli interventi è emerso l’approccio multidisciplinare e la potenzialità del network che hanno un importante strumento di attuazione nei workshop di progettazione collaborativa (Giovene di Girasole e Procentese).

Per quanto riguarda i contenuti, la storia, di terra e di mare, è proposta non solo come individuazione di elementi culturali e identitari da preservare ma come primo passaggio nella pianificazione strategica dello sviluppo sostenibile dei territori costieri (Aveta, Castagnaro, Marino). Le scienze sociali intervengono subito dopo, nel processo conoscitivo delle aspettative della comunità urbana: domanda di città e domanda di integrazione porto città (Arcidiacono, Esposito De Vita).

L’economia e le discipline valutative intervengono ex ante per completare l’analisi della domanda ed ex post per valutare l’impatto sul territorio (Cerreta). Si mettono in risalto, da un lato, la transizione verso un’economia circolare nei porti, nelle città e nelle relazioni porto-città e, dall’altro lato, l’importanza della partecipazione degli stakeholder pubblici e privati fin dall’inizio del processo collaborativo (Brancaccio, Granato).

Il piano è proposto come strumento interpretativo e propositivo di sintesi, per rispondere alle aspettative della comunità urbana attraverso i diversi contributi disciplinari (Moccia, Russo). Infine, il progetto consente di intervenire per realizzare l’integrazione porto-città, recuperare e valorizzare il patrimonio storico architettonico e realizzare, sul waterfront, spazi per il lavoro e per il tempo libero (Estrada, Piscopo).

I paper raccolti in questo Focus di PORTUS approfondiscono, quindi, alcune delle tematiche affrontate durante il convegno partendo da Venezia che, nell’immaginario collettivo, è l’archetipo delle città d’acqua. Franco Mancuso legge la storia urbanistica e marittima di Venezia attraverso le trasformazioni delle banchine e l’evoluzione dei collegamenti via acqua, fino ai grandi temi di oggi: l’impatto delle grandi navi da crociera e il recupero di Porto Marghera per la comunità urbana e non solo.

La lettura storica e identitaria accomuna i contributi di Alessandro Castagnaro, Aldo Aveta e Bianca Gioia Marino. Alessandro Castagnaro offre la sua lettura storica e sottolinea il ruolo assunto dal mare nella stratificazione urbana così come si vede nelle rappresentazioni cartografiche e vedutistiche susseguitesi nei secoli. Il progressivo indebolimento fino alla perdita del rapporto della città con il mare è negativamente esemplificato dal Molo San Vincenzo, ancora interdetto alla comunità urbana e accessibile solo occasionalmente, e dall’area dismessa di Bagnoli, da decenni in attesa di recupero per ricucire il rapporto della città occidentale con il mare.

Bianca Gioia Marino propone l’interpretazione marittima della dialettica conservazione/trasformazione, il recupero e la valorizzazione della città materiale e immateriale, il restauro di quei monumenti che con il mare hanno un legame forte, non solo sul waterfront.

Aldo Aveta, attento studioso del paesaggio storico urbano di Napoli di cui il porto è parte integrante, lo individua come polo attivo di rigenerazione urbana e di conservazione integrata del mosaico culturale che compone la baia di Napoli.

Il porto di Palma di Maiorca è il campo di sperimentazione di José Luis Estrada che offre un buon esempio metodologico fondato sul rapporto collaborativo tra Comune e Autorità portuale per rispondere alla congestione del traffico passeggeri: una visione integrata mare-porto-città per lo sviluppo sostenibile del porto e delle sue attività.

Un altro importante contributo teorico metodologico è offerto da Carmine Piscopo nel suo duplice ruolo di studioso di fenomeni urbani e di assessore attento alla dimensione politica dei beni comuni come strumento per affrontare la complessità della costa metropolitana di Napoli.

La dimensione sociale caratterizza i contributi di Gabriella Esposito De Vita e di Barbara Bonciani. La prima declina l’approccio place based nella rigenerazione dei waterfront portuali dismessi, attraverso il coinvolgimento della comunità e le strategie di social empowerment, portando quali buone pratiche esemplificative i casi ormai storicizzati di Anversa e Belfast. La seconda, sulla base della diretta esperienza nel porto di Livorno, sottolinea come la valorizzazione del patrimonio storico culturale e l’integrazione sociale dei porti possano essere anche elementi per la competitività, attraverso governance aperte e inclusive come auspicato della European Sea Port Organisation.

Le ultime importanti testimonianze sono un richiamo al fare e al fare bene, affinché i piani di rigenerazione urbana si attuino e concorrano allo sviluppo sostenibile dei territori e delle città portuali.

Federica Brancaccio, presidente dei costruttori napoletani, svolge un’analisi chiara e mette a fuoco le opportunità offerte, non solo in progetti di rigenerazione urbana, dal turismo nautico e diportistico, dal porto con i traffici commerciali e crocieristici, dalle istituende Zone Economiche Speciali.

Eleonora Giovene di Girasole e Fortuna Procentese ripercorrono le esperienze di alta formazione e sperimentazione progettuale collaborativa costruite sul dialogo tra architetti urbanisti e psicologi di comunità, per promuovere il dialogo tra i soggetti che entrano in conflitto nei processi di trasformazione dei waterfront.

Carola Hein, Michelangelo Russo e Paolo De Martino raccontano la collaborazione scientifica e didattica tra le università di Napoli e Delft sul tema della transizione post fossile delle regioni portuali, presentando ipotesi di rigenerazione urbana per il distretto industriale e petrolifero dismesso di Napoli Est.

Il Nodo Avanzato

I “Nodi Avanzati”, sono centri operativi istituiti da uno o più membri che svolgono attività di ricerca, studio e divulgazione sul tema delle relazioni porto-città. Dopo i nodi avanzati di Buenos Aires, Estrecho, Isole Atlantiche, Lisbona, Malaga, Portogallo settentrionale, Santander, Santos, Siviglia e Valencia, nei mesi successivi alla Naples Shipping Week [7], RETE – Associazione per la Collaborazione tra Porti e Città – ha portato avanti il progetto di Nodo Avanzato di Napoli con l’obiettivo di migliorare l’integrazione tra il porto, la città e il territorio [8].

Il Nodo è coordinato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale ed è articolato in quattro “tavoli operativi tematici” sul rapporto porto-città: il tavolo “porto-città-economia e flusso merci”, coordinato da SRM, il tavolo “porto-città-intermodalità”, coordinato da Alis; il tavolo”porto-città-flussi turistici”, coordinato dall’Università Parthenophe; il tavolo “porto-città-comunità”, coordinato da CNR IRISS. Quest’ultimo tavolo, nello specifico, si occuperà di waterfront redevelopment e dell’attivazione dei processi collaborativi.

Il Nodo Avanzato, oltre che a Napoli, sarà attivo anche nelle città porto di Salerno e Castellammare di Stabia.

Il nostro Tavolo operativo ha consentito la formalizzazione dei rapporti di collaborazione avviati fin dal 2012 e che sono progressivamente cresciuti sia per quantità sia per qualità. Attorno al CNR IRISS, infatti, si sono coalizzati soggetti pubblici e privati, centri di ricerca, università, associazioni, istituzioni.

L’agenda del Tavolo prevede, per il 2019, iniziative di ricerca-azione, alta formazione e sperimentazione progettuale, in collaborazione l’Università Federico II (Community Psychology Lab e Master in Pianificazione e progettazione sostenibile delle aree portuali), l’aniai Campania (Associazione Nazionali Ingegneri e Architetti Italiani), il Propellers Club Port of Naples, l’ACEN – Associazione Costruttori Edili Napoli, i Friends of Molo San Vincenzo, altre associazioni e comitati, il tutto sotto l’egida di RETE.

Note

 

[1] Clemente M., Giovene di Girasole E. (2017), “I Friends of Molo SanVincenzo: Action research e processi collaborativi”, in PORTUS, n.34.

https://portusonline.org/it/category/all_issues/34/

[2] Saija L. (2016), La ricerca-azione in pianificazione territoriale e urbanistica, Franco Angeli, Milano.

[3] Barbier R. (2007), La Ricerca Azione, Armando Editore, Roma.

[4] Lewin K. (1980), I conflitti sociali, Franco Angeli, Milano.

[5] Clemente M. (2011), Città dal mare. L’arte di navigare e l’arte di costruire le città, Editoriale Scientifica, Napoli.

[6] Clemente M., Giovene di Girasole, E. (2015), “La rigenerazione collaborativa della Costa Metropolitana di Napoli: verso un piano condiviso”, in Guida, G. (a cura di), Città Meridiane. La questione metropolitana al Sud, La Scuola di Pitagora, Napoli.

[7] https://www.nsweek.com/

[8] http://retedigital.com/en/nodes/


Head Image: Immagine di Bagnoli al tramonto.


Article reference for citation:
Clemente Massimo,“Il futuro delle città dello shipping: prospettive marittime per le sfide urbane nelle città portualis” PORTUS: the online magazine of RETE, n.37, May 2019, Year XIX, Venice, RETE Publisher, ISSN 2282-5789, URL: https://portusonline.org/it/il-futuro-delle-citta-dello-shipping-prospettive-marittime-per-le-sfide-urbane-nelle-citta-portuali/

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